Mantova Hotel - Guida Turistica

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.: MANTOVA HOTEL
 Mantova (in latino Mantua, mantenuto anche in mantovano e in inglese) è un Comune di 48.103 abitanti, capoluogo della provincia di Mantova. La città di Mantova è la 26a tra le 27 Città decorate con Medaglia d'Oro come "Benemerite del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento. Periodo, definito dalla Casa Savoia , compreso tra i motti insurrezionali del 1848 e la fine della prima Guerra Mondiale nel 1918 . La definizione più calzante fatta a riguardo di questa città è quella di un inglese contemporaneo, Aldous Huxley (1894-1963), narratore e saggista. L'ha chiamata la città più romantica del mondo. Ad affascinare Huxley sono stati principalmente i monumenti, i canneti lungo il Mincio, i fiori di loto, la nebbia, la surreale patina del tempo che avvolge ogni strada e piazza, la storia, la semplicità dei suoi cittadini. In questa chiave Mantova è stata cantata anche dal più discusso dei poeti francesi, Charles Baudelaire, il quale vi scoprì un mondo addormentato in una calda luce. Colpiti dal suo languore decadente furono poi anche Charles Dickens - che cantò gli irreali laghi di canne e di giunchi) - e Giovanni Comisso (per il quale forte è la suggestione dei tozzi salici spogli biancheggianti tra la palude e il cielo).
 Mantova nel suo tessuto urbano ha incantato scrittori e poeti di ogni tempo e luogo. Per restare soltanto ai più recenti: Michele Saponaro, che vi ha colto un senso religioso sospeso tra i solchi e il cielo; Alfredo Panzini che la trovò piena di un'apparente provinciale lietezza; il poeta Guido Piovene - ammirato dalla sua bellezza orchestrata nel sogno; per Corrado Alvaro questa città è un paradiso di malinconia; mentre Orio Vergani la vide "fasciata da una solitudine come destin". Nel XII secolo l'architetto ed ingegnere idraulico Alberto Pitentino, su incarico del Comune di Mantova, organizzò un sistema di difesa della città curando la sistemazione del fiume Mincio in modo da circondare completamente il centro abitato con quattro specchi d'acqua, così da formare quattro laghi: Superiore, di Mezzo, Inferiore e Paiolo; vista in lontananza, Mantova sembrava un'isola. Alla campagna si accedeva attraverso ponti, due dei quali - il Ponte dei Molini e il Ponte di S. Giorgio - al giorno d'oggi sono ancora esistenti. In età comunale venne tracciato il Rio, un canale che taglia in due la città, collegando il lago Inferiore a quello Superiore. Altre dighe e chiuse consentirono una adeguata difesa dalle acque. Nel XVII secolo una forte inondazione diede inizio ad una rapida decadenza: il Mincio, trasportando i materiali solidi, trasformò i laghi in paludi malsane che condizionarono ogni ulteriore sviluppo; fu prosciugato, allora, il lago Paiolo a sud, in modo che la città restò bagnata dall'acqua solo su tre lati - come una penisola - ed oggi ancora si presenta così.
 Sono, quindi, tre gli specchi d'acqua, non d'origine naturale, ricavati nell'ansa del fiume Mincio cha danno a Mantova una caratteristica del tutto particolare, che ad alcuni sembra quasi magica in quanto compare come una città nata dall'acqua. Nel 1984 è stato istituito il Parco del Mincio di cui il territorio del Comune di Mantova fa parte. Sorprendentemente nei laghi mantovani sono presenti i fiori di loto, originari del Sud Est asiatico. Dalle sponde del parco pubblico di Belfiore, sul lago Superiore, è ben visibile l'isola galleggiante dei fiori di loto con la spettacolare fioritura dei mesi estivi. La loro introduzione è opera di una giovane laureata in Scienze Naturali di Parma, Anna Maria Pellegreffi, che nel 1921 volle tentare l'esperimento di ricavare dal rizoma la farina di loto per la panificazione. La farina non ebbe successo nella gastronomia, mantovana mentre il fiore colonizzò gran parte dei laghi mantovani. Autoctona invece la castagna d'acqua, detta anche Trigol, particolarmente sviluppata sul lago di Mezzo. Entrambe le piante citate, dato il loro grande sviluppo, sono oggetto di massicci interventi periodici di sfalcio per preservare l'integrità degli stessi laghi.
.: STORIA
 Il primo villaggio risale a circa il 2000 a.C.. Nel VI secolo a.C. si sviluppò la città etrusca. Il nome Mantova prende origine dalla divinità infernale etrusca Mantus, a cui il fondatore Ocno, detto anche Bianore, l'avrebbe dedicata (leggenda sostenuta anche da Virgilio). Altra versione, ritenuta più mitologica che verosimile, fa risalire il nome della città a Manto figlia di Tiresia, indovino cieco di Tebe, al quale nell'Odissea si rivolgerà Ulisse. Dopo la dominazione della tribù dei Galli Cenomani vi fu la conquista dei Romani. Il territorio mantovano fu colonizzato dai soldati veterani di Augusto. Il 15 ottobre del 70 a.C. ad Andes, piccolo villaggio nei pressi di Mantova, identificabile con l'odierna Pietole, nacque Publio Virgilio Marone (Mantua me genuit). Caduto l'Impero Romano, Mantova fu invasa da Goti, Bizantini, Longobardi e Franchi. Intorno all'anno mille, Mantova entrò a far parte dei possedimenti dei Canossa, la cui ultima rappresentante fu la contessa Matilde alla cui morte, avvenuta nel 1115, la città si costituì in libero Comune.
 Nel 1273 Pinamonte Bonacolsi iniziò il periodo in cui Mantova fu sotto la la guida di una Signoria. Il 16 agosto 1328 Rinaldo, detto il Passerino, l'ultimo dei Bonacolsi, fu ucciso durante una rivolta popolare che portò i Corradi da Gonzaga ad acquisire il potere. Essendo originari di Gonzaga, furono ben presto identificati con l' appellativo del solo toponimo di provenienza, divenendo una delle più celebri e longeve famiglie del Rinascimento italiano. Inizialmente Capitani del Popolo, nel 1433 Gianfrancesco Gonzaga, dopo il matrimonio del figlio Ludovico con Barbara di Brandeburgo nipote dell'Imperatore germanico Sigismondo, ottenne il titolo di Marchese. La politica gonzaghesca era una tenace difesa di un continuo equilibrio tra le potenze confinanti: Repubblica di Venezia, Milano, Ferrara e i possedimenti pontifici. Nel 1459 Papa Pio II convocò una grande Dieta in Mantova nel corso della quale proclamò una crociata contro i Turchi. Per lunghi decenni tra le massime entrate nei bilanci gonzagheschi erano le condotte militari, proventi derivanti dal capitanato degli eserciti di stati alleati. Il culmine del prestigio per i Gonzaga si ebbe con Federico II, figlio di Isabella d'Este, che dal 1530 divenne Duca di Mantova, titolo concesso dall'Imperatore Carlo V. Nel 1536 in seguito al matrimonio tra Federico II e Margherita Paleologo ci fu l'annessione del lontano Marchesato (poi Ducato) del Monferrato.
 Nel 1627, estinta la linea primogenita, il ducato passerà ad un ramo cadetto della famiglia, i Gonzaga Nevers, francesi. La successione di un "francese", Carlo I, in un feudo imperiale, tra l'altro di enorme importanza strategica non poté che originare una forte reazione dell'Imperatore germanico. Nel 1630 l'Imperatore nel corso della seconda guerra di successione del Monferrato (1627-1631) inviò un esercito di 36.000 Lanzichenecchi, i quali presero d'assalto la città, devastandola e diffondendo la peste. Mantova ne uscì profondamente cambiata: i fasti di un tempo e il prestigio resteranno solo un vago ricordo. L'ultimo dei Gonzaga Nevers, Ferdinando Carlo, si dimostrò politicamente inetto e inadeguato al ruolo. Si alleò con i Francesi, al tempo della guerra di successione spagnola. Per paura del castigo imperiale, si rifugiò a Venezia, portando con sé quadri, gioielli, monili e denaro. Alla sua morte, nel 1708, venne dichiarato decaduto per fellonia e la sua famiglia perse tutti i diritti sul Ducato di Mantova che passò alla casa d'Austria e nel 1745 fu unito allo Stato di Milano. Gli Austriaci tennero Mantova per quasi un secolo, dal 1707 al 1797, periodo durante il quale principalmente su impulso dell'imperatrice Maria Teresa, si impegnarono a ridare dignità alla città. Questa prima fase di dominazione austriaca si concluse con l'avvento delle truppe di Napoleone Bonaparte. Durante la dominazione francese il 20 febbraio 1810 l'eroe della lotta armata tirolese contro gli invasori Andreas Hofer venne fucilato a Mantova, evento tanto tragico e significativo che L'inno del Tirolo è una canzone che parla di Hofer martire a Mantova.
 Con il Congresso di Vienna del 1815 gli Austriaci ripresero possesso di Mantova e ne fecero uno dei capisaldi del famoso quadrilatero difensivo costituito dalle altre tre piazzaforti di Peschiera, Verona, Legnago. Le angherie dei regnanti generarono moti liberali e cominciarono a diffondersi le idee d'indipendenza ed unità d'Italia. In questa atmosfera, negli anni successivi la sconfitta subita nella Prima guerra d'Indipendenza (1848/1849), avvenne l'esecuzione dei Martiri di Belfiore, da molti ritenuta una delle pagine più tristi, ma al tempo stesso più gloriose del Risorgimento italiano, che d'altronde interessò il territorio della provincia di Mantova anche durante la Seconda guerra di Indipendenza (1859). Nel 1866 Mantova, assieme al Veneto, entra a far parte del Regno d'Italia.